La cessione del quinto per i dipendenti di agenzie per il lavoro

I dipendenti di agenzia possono accedere alla cessione del quinto?
Sì.
I dipendenti a tempo indeterminato delle agenzie per il lavoro possono chiedere di poter accedere al finanziamento con cessione del quinto dello stipendio.
La valutazione dell’operazione è identica a quella delle cessioni per dipendenti di aziende private, nel senso che viene valutata l’agenzia e viene ricavato un rating che, combinato con il TFR accumulato, determina la somma che è possibile erogare.
L’unica distinzione che molte Banche e Finanziarie fanno è tra lavoratori somministrati e lavoratori non somministrati, perchè preferiscono non accordare la cessione del quinto ai dipendenti somministrati.
Che cosa significa lavoratore somministrato?
Il contratto di somministrazione è caratterizzato dal fatto che prevede che una Agenzia per il lavoro metta a disposizione un suo lavoratore (definito somministrato) ad un’altra impresa (chiamata utilizzatrice) per un tempo definito.
Questo tipo di contratto è stato introdotto e regolamentato dalla Legge Biagi, D.Lgs 276/2003, che sostituisce la legge precedente riguardante il lavoro interinale, col quale si permetteva ad un’azienda di “affittare” dei lavoratori per un periodo di tempo definito o per alcune tipologie di lavoro, chiamate missioni.
La legge attuale prevede:
- Che la somministrazione possa essere effettuata solo da soggetti autorizzati (le Agenzie per il lavoro);
- la possibilità di somministrare lavoratori a tempo determinato o a tempo indeterminato (staff leasing);
- che l’Agenzia svolga anche le funzioni di intermediazione, collocamento, ricerca del personale e supporto in caso di ricollocamento.
I soggetti coinvolti nel contratto di somministrazione sono quindi 3:
- il lavoratore che viene assunto con contratto di somministrazione e pagato dall’Agenzia, ma che svolge la sua attività per l’utilizzatore e presso la sua sede (missione); il lavoratore ha diritto allo stesso livello contrattuale e alla stessa retribuzione di coloro che sono assunti come dipendenti dall’azienda utilizzatrice;
- il somministratore, che è l’agenzia per il lavoro che fornisce il lavoratore;
- l’utilizzatore ,che è l’azienda che richiede all’Agenzia la possibilità di ottenere l’opera di un lavoratore, non dovendo così assumerlo direttamente, ma pagando una somma prestabilita direttamente all’Agenzia.
I contratti di somministrazione sono di 2 tipi:
- A tempo determinato: è la tipologia contrattuale utilizzata per i lavori di breve durata, come nel caso di incrementi di produzione temporanei o stagionali. Sono previsti però dei limiti quantitativi (solo una percentuale dell’organico di un’azienda può essere composta da lavoratori somministrati) e temporali (è prorogabile fino ad un massimo di 36 mesi). Questa è la forma di contratto di somministrazione più flessibile e più utilizzata.
- A tempo indeterminato (o staff leasing): questa tipologia contrattuale funziona come i normali contratti di lavoro a tempo indeterminato e l’utilizzatore può servirsi del lavoratore somministrato secondo quanto dettato dalla normativa del suo settore. Sono previsti dei limiti anche in questo caso, infatti il numero di lavoratori somministrati deve essere inferiore al 20% del totale dei dipendenti a tempo indeterminato dell’azienda. Nel caso di assunzione a tempo indeterminato, se capitano periodi di inattività, il lavoratore ha comunque diritto ad una indennità di disponibilità.
Quando non può essere utilizzato il contratto di somministrazione?
La normativa prevede anche delle situazioni per le quali non può essere utilizzato il contratto di somministrazione:
- Nel caso di datori di lavoro che non sono in regola con la legge 626 che regolamenta la Sicurezza sui luoghi di lavoro;
- nelle aziende in cui si sta facendo ricorso alla cassa integrazione;
- nelle aziende che stanno mettendo in atto o prevedono licenziamenti di lavoratori adibiti alle stesse mansioni;
- per sostituire lavoratori in sciopero.
Il lavoro presso un'agenzia è illavoro del futuro?
Come è noto, oggigiorno, trovare un lavoro a tempo indeterminato è sempre più difficile ed è sempre più difficile, quindi, fare investimenti importanti, come acquistare casa o programmare il proprio matrimonio o la nascita di un figlio.
Le aziende assumono a tempo indeterminato sempre più raramente e solo se sono realmente convinte che la nuova risorsa permetterà di coprire tutte le ingenti spese che ne derivano attraverso un aumento di produttività.
Spesso, quindi, preferiscono stipulare un contratto di somministrazione.
Dato che molte aziende preferiscono rivolgersi ad agenzie per il lavoro, si può supporre che le agenzie per il lavoro abbiano sempre delle opportunità di occupazione e, se sei dipendente di un’agenzia, si può supporre che tu non avrai mai problemi.
Ma come mai allora molte banche e finanziarie non accordano il prestito con cessione del quinto ai dipendenti somministrati?
Perché ci sono moltissimi sinistri.
Se hai un contratto di cessione del quinto dello stipendio e ti licenzi viene aperto un sinistro: la tua azienda comunica alla finanziaria che ti sei licenziato e la finanziaria fa un conteggio di estinzione della somma che le è dovuta a saldo del finanziamento.
Il TFR che hai accumulato va ad estinguere il prestito, ma possono verificarsi due casi:
- Il TFR copre tutto l’importo indicato sul conteggio di estinzione del prestito: in questo caso il finanziamento viene estinto e il TFR restante ti viene liquidato.
- Il TFR è inferiore al residuo netto del prestito: in questo caso viene attivata l’assicurazione, che liquida l’importo restante alla finanziaria, ma diventa tua creditrice.
In caso di licenziamento e di apertura del sinistro, la Banca non perde soldi, perché il finanziamento viene saldato tramite il TFR ed eventualmente, dall’assicurazione, ma è sempre una complicazione, considerata spiacevole.
Nel caso dei dipendenti somministrati c’è un’alta probabilità che avvengano dei licenziamenti per un semplice motivo: se l’azienda presso cui sei somministrato è particolarmente contenta del tuo lavoro, può proporti di assumerti direttamente.
Dato che le statistiche dimostrano che questa proposta viene accettata quasi sempre, la conseguenza è evidente: i dipendenti di agenzia per il lavoro hanno molte difficoltà ad accedere al prestito con cessione del quinto sullo stipendio.
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